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Coronavirus: sogno o son desto?

Psicologa Psicoterapeuta

Coronavirus: sogno o son desto?

Gli effetti positivi e negativi del coronavirus

“Sogno o son desto?”…con questa frase di Cartesio mi riferisco al senso critico che dobbiamo avere adesso più che mai per interrogarci sulle cose e non lasciarci sopraffare dall’angoscia.

Il Coronavirus, infatti, porta proprio una forte carica di angoscia perché crea dei cambiamenti talmente repentini da far tremare la terra sotto i piedi. Il virus muta, il numero dei contagiati aumenta di giorno in giorno e noi ci ritroviamo a dover modificare atteggiamenti e comportamenti quotidiani. E cosa si fa se non esiste un capro espiatorio a chi dare la colpa? Lo si elegge in base a deduzioni più o meno veritiere, per cui si parte da ipotesi complottiste per arrivare a prendersela con il vicino di casa che esce senza una vera necessità. C’è bisogno di arrabbiarsi con qualcuno per poter esprimere il malessere che divora dentro.

La situazione è in continua evoluzione e si evidenzia sempre di più una scissione fra chi si allarma e chi invece nega il problema, tanto che si rendono necessari avvisi su avvisi per sensibilizzare la popolazione.

Perché è così difficile cambiare il nostro stile di vita e stare fermi? In molti casi non si vede l’ora di rallentare, allora perché adesso sembra così difficile? La presenza di un limite mette il focus su molte cose che prima si davano per scontato. Esso fa percepire meglio l’importanza di ciò che si possiede: la salute, il tempo, la famiglia, ecc. Se esiste un limite, però, c’è anche la possibilità di trasgredirlo, soprattutto quando si pensa di poter essere immuni a ciò che capita intorno a noi. È un atteggiamento difensivo messo in atto per combattere il proprio senso di fallibilità. Non siamo onnipotenti e immortali e, soprattutto, per stare bene dobbiamo contare sia su noi stessi sia sugli altri. Solo questa comunione di intenti permette di trovare un equilibrio sociale in grado di ridurre la scissione di cui ho parlato sopra. Ormai le relazioni interpersonali sembrano il terreno fertile per l’aumento della paura visto che l’altro non si può controllare, ma se arriviamo a poterci fidare degli altri, allora potremmo diminuire anche quell’angoscia di intrusione che si sta diffondendo molto più velocemente del virus.

Il coronavirus c’è e non risparmia praticamente nessuno. Non si possono più fare distinzioni fra sé e l’altro: l’altro siamo noi, il covid-19 non fa differenze e non permette di potersi difendere dando la colpa a qualche caratteristica fisica o di pensiero.

Questa può essere una triste occasione per avere degli effetti positivi nei rapporti umani perché comporta l’assunzione di una maggiore responsabilità personale. Sta aumentando (o dovrebbe aumentare) il rispetto non solo per se stessi, ma anche per gli altri. Prendere delle precauzioni dal punto di vista igienico serve per proteggersi e non solo: avere delle maggiori attenzioni è utile anche per evitare che altre persone possano essere contagiate. Un atteggiamento di questo genere indica la buona convivenza tra un sano narcisismo (il cosiddetto “sano egoismo” o amore per se stessi) e un profondo senso civico (amore per l’altro). Quante volte nella vostra vita siete usciti lo stesso con il raffreddore o qualche linea di febbre pensando “tanto ce la faccio”? Avete mai pensato che il vostro comportamento avrebbe potuto far male a qualcuno? Probabilmente no perché nella società di oggi siamo più portati a concentrarci su noi stessi e sulla performance che sugli altri. La speranza è che in futuro tali accorgimenti per proteggere sé e gli altri rimangano, in modo che si possa veramente imparare dal passato.

Le priorità in questo momento sociale stanno cambiando, pian piano stiamo dando più importanza alle cose necessarie piuttosto che a quelle secondarie. Dedichiamo più tempo e cura alle persone care perché affetto non vuol dire solo presenza fisica, ma anche meno visite e più telefonate a chi è più a rischio.

Il mondo ormai scorre troppo velocemente e non si riesce più a guardare oltre il proprio naso. Il coronavirus ci sta dando una buona lezione sotto questo aspetto!

Come in psicoterapia il primo passo per risolvere un problema è quello di riconoscerlo e considerare il professionista come un alleato che aiuta a combatterlo, anche nella vita di tutti i giorni è necessario fermarsi per procedere insieme verso un comune obiettivo: insieme si può!


Dott.ssa Milena Grande
Psicologa Psicoterapeuta a Montecchio Maggiore-Alte Ceccato (VI)


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